Approfondimenti

Leggere la Colombia

La Colombia nella letteratura

I libri da leggere prima di un viaggio in Colombia. Titoli e autori colombiani.

“La Mano Negra in Colombia” di Chao Ramon

Un testimone d’eccezione, il padre di Manu Chao, Ramón, è autore dell’ironico eil libro sulla Colombia dello scrittore Ramon Chao appassionato diario di un viaggio incredibile: una cronaca che si legge come un romanzo, ispirato ai mondi meravigliosi e arcani di Màrquez. Manu Chao e la Mano Negra, trapezisti e clown, musicisti punk e mangiatori di fuoco viaggiano da Santa Marta a Bogotà, passando per Macondo, in una Colombia martoriata e bellissima, tra politicanti e narcos, guerriglieri e reginette di bellezza, guardati con diffidenza dalle autorità ma accolti dagli abitanti dei paesini di campagna, che si accalcano intorno al fantasmagorico “espresso del ghiaccio”.

“Millevite, viaggio in Colombia” di Silvia Di Natale

il libro di Silvia di Natale ambientato in ColombiaUno zaino sulle spalle, e Silvia Di Natale torna quella che è sempre stata: una grande viaggiatrice. Ha sei mesi davanti e un paese di cui molto ha letto, molto ha sentito raccontare, molto ha immaginato e molto ha voglia di sapere. E per sapere c’è solo una strada: la gente. Testarda e determinata, decide di mettere alla prova i pregiudizi su un paese che, in fondo, è ancora poco conosciuto. E lo fa da sola. Lo fa come può farlo una vera scrittrice: pronta ad ascoltare, pronta a riconoscere storie dietro uno sguardo, dietro un invito a pranzo, dietro un paesaggio. Arriva a Bogotá e da lì comincia per strade dissestate e carreteras infangate, colline coltivate a caffè, campi di coca, fiumi in piena e pendii a precipizio. Incrocia le vie segnate dalle contraddizioni storiche del paese, dalle forme endemiche della violenza, dalla presenza invadente di antichi e moderni conquistadores, dall’affabile dolcezza indigena, dal turismo. Ma soprattutto incrocia uomini e donne che non temono di raccontarsi e di lasciarsi raccontare. Come un domino, la voce di un “personaggio” provoca la confessione dell’altro, e così via, in un flusso di esperienze – divertenti, tragiche, violente, spesso colme di speranze.

 “Cent’anni di solitudine” di G.G. Marquez

Vincitore nel 1982 di un premio Nobel, Cent’Anni di Solitudine è un’opera imponente, da leggere in doppia chiave. Da una parte rispecchia lo spaccato di vita sociale dei paesi sudamericani soffocati ed arretrati a causa del loro lungo isolamento dal resto del mondo, da qui anche i Cento Anni di Solitudine, dall’altro il realismo magico della più grande saga familiare di tutti i tempi, che attraversa l’arco di ben sei generazioni.

Così abbiamo un affresco storico del mondo latino-americano, devastato, piegato e assoggettato alla lunga dominazione imperialistica dei paesi tecnologicamente avanzati e il mondo fiabesco, quasi incantato, di Macondo, paese irreale e immaginario.

“Non c’è silenzio che non abbia fine” di Betancourt Ingrid

Un inferno verde fatto di fango, afa, insetti e malattia sul quale regnano il cinismo e laL'esperienza diretta di Ingrid Betancourt raccontata nel suo libro "Non c'è silenzio che non abbia fine" brutalità dei guerriglieri. Gabbie e catene, marce forzate e un’incontenibile voglia di libertà. L’ansia per la famiglia lontana e il conforto della preghiera. Ingrid Betancourt, rapita dalle Farc nel 2002, racconta la vita ai confini della civiltà, e spesso oltre quelli dell’orrore. Dove una piccola radio, un cucchiaio di zucchero, una scimmietta da addomesticare possono salvare dalla follia. Ma dove le persone non sono mai quello che sembrano: le compagne di prigionia, i soldati, gli amici, gli aguzzini nascondono ciascuno segreti e traumi, e alcuni saranno protagonisti poi di aspre polemiche seguite alla liberazione. Un documento prezioso e spietato sulle ambiguità dell’animo umano di fronte all’estremo, una lettura appassionante e un’occasione per meditare.

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